Back to School – Torino Skateboard

Secondo appuntamento con le skate school più rilevanti del territorio italiano. Questa volta parleremo con Marco Mina, storico skater torinese nonchè fondatore dell’ASD Torino Skateboard.

Marco Mina insegna ad un allievo

Ciao Marco, prima di tutto presentati a chi non ti conosce.
Ciao, sono Marco Mina e sono nato nel 76′ e vissuto quasi sempre a Torino. Mi sono trasferito per brevi periodi anche in altre città per lavoro ma fondamentalmente le mie radici sono ben piantate nel suolo Torinese.
Ho avuto la fortuna di avere un fratello più grande di me di 5 anni e sin da piccolissimo ho frequentato più il suo mondo e i suoi amici che quelli della mia età e questo credo mi abbia dato modo di conoscere un po’ anticipatamente molte cose… mio fratello Maury era già attratto da diverse realtà se vogliamo un po’ “alternative” alle passioni del classico ragazzo italiano degli anni 70′ (calcio , discoteche etc).
Era già appassionato invece di football americano, di bowling,  videogame, film di fantascienza. etc e fra i vari interessi come ogni buon ragazzo filoamericano della fine degli anni 70′ era anche affascinato dallo skateboard.
Al tempo avevamo il classico plasticone colorato tipo Penny..e lo utilizzavamo come un giocattolo fra i tanti in cantina, ma lo skateboard fra tutti è sempre stato il mio giocattolo preferito!
Così nei primissimi anni 80′ quando avevo solo 6/7 anni comprammo il nostro primo skateboard professionale da Schenone sport, un VAL-2000 da slalom. Poco dopo, circa a metà anni ’80, passammo ai VARIFLEX, poi ancora dopo alle prime Santa Cruz… e lo skateboard in poco tempo diventò  la nostra più grande passione.
All’inizio skateavamo solo appunto per gioco ma presto scoprimmo che al parco del Valentino di Torino si ritrovavano gli skaters che facevano slalom e che invece sotto il teatro Regio si trovavano altri appassionati di skateboard un po’ più… particolari.
Sotto il teatro Regio si trovavano gli skaters che arrivavano già da una cultura più urbana, più punk rock, più simile alla scena californiana dei tempi…
Da un lato break dancer e rapper  e dall’altro rockers, punk e skaters che trascorrevano lì le loro ore pomeridiane… io e mio fratello da subito capimmo che quella era la nostra “dimensione”, e quello era il nostro mondo.
Da lì in poi imparammo che dietro lo skateboard c’era tutta una realtà e una cultura nella quale io e mio fratello ci rispecchiavamo moltissimo, e pian piano scoprimmo che c’era anche una bella e forte scena nella nostra città! Fatta di rampe in alcuni centri sportivi e bocciofile, skatepark indoor a 1 ora da casa nostra (Salussola), personaggi a Torino di rilevanza nello skateboard italiano (Nelzi, Zampa, Pantaleoni, etc etc).
Personaggi che pian piano stavamo conoscendo, a tal punto che quando avevo 13 anni Paolo Nelzi parlò con i miei genitori del progetto che aveva già ormai in piedi da tempo di costruire tavole da skateboard in Italia… ed entrai a far parte del team Graw.
E grazie all’aiuto dei miei genitori che mi hanno sempre supportato accompagnandomi già quando avevo 10/12 anni alle prime gare in giro per l’Italia e ai primissimi tour e demo oltre ad una passione diventò davvero la mia vita.
Ho continuato a skateare facendo moltissimi contest negli anni 90′ dove ad ogni evento mi trovavo sul pianale delle miniramp un personaggio della mia età, genuinamente un po’ rivali perchè comunque in miniramp eravamo due che ci sapevano fare, ma simpatico, affabile e molto forte sullo skateboard forte… era Luca Basilico!
Nel tempo siamo cresciuti e rimasti molto amici, sopratutto invecchiando e avendo messo via ormai da tempo anche quel fattore “sfida e competizione”  che ci poteva essere in passato da ragazzini.
Questo credo sia stato il motivo per cui quando Luca ha avuto la possibilità di formare un team di referenti regionali in tutta la penisola per il Piemonte abbia pensato a me. Non voglio dire per il fattore amicizia ma per il fatto che conosceva la mia esperienza sullo skateboard ed era cosciente del contributo che avrei potuto dare ben volentieri alla mia regione
Quindi sono stato nominato Referente regionale per il Piemonte e della Val d’Aosta per la Italian Skateboard Commission. Inoltre prima del lockdown era partito un progetto con la FISR per costituire un team di skaters under 14 selezionati in base ai risultati della stagione 2019 da preparare già ad un futuro agonistico e professionale, una squadra di skateboarding Nazionale under 14 a tutti gli effetti insomma, e l’idea era quella di nominarmi Commissario Tecnico di questo team.

Marco Mina stalefish

Marco in stalefish nella sua local bowl

Ci devi dire di più di questo nuovo progetto con gli under 14, ma prima parlaci della tua ASD.
La mia ASD si chiama TORINO SKATEBOARD, il progetto è iniziato davvero molto tempo fa…
Nell’anno 2000 lavoravo per il distributore di Osiris Shoes Italia del tempo, e dovetti andare in California per partecipare all’ ASR San Diego Trade show,  credo si chiamasse così, una fiera dove tutti i marchi del mondo del surf, dello skate e dello snowboard con i loro stand espongono le novità sul mercato per l’anno successivo.
Nelle varie skateate californiane di quel viaggio capitai al Vans Skatepark di Orange che era stato inaugurato da poco.
Dopo aver fatto una bella session,  le strutture furono chiuse al pubblico, ma ci permisero di stare sugli spalti a guardare,  perchè riservate alla Vans skate school.
Entrò questa orda di ragazzini dai 6 ai 14 anni circa con la loro divisa ufficiale Vans, i loro stickers sulle tavole e i loro coach.
Cominciarono a skateare il park quasi meglio di me, con i loro coach che con tanto di fischietto davano indicazioni a ogni singolo kid su come affrontare e chiudere quel determinato trick, incitandoli, motivandoli e aiutandoli ad evitare le peggiori cadute.
“Ma che figata!” mi son detto appena li ho visti.
Appena tornato in Italia nello stesso anno ho pensato: “Lo voglio fare anch’io! In fondo sono anni che mi piace incontrare persone che sullo skateboard hanno magari qualche difficoltà in più rispetto a me, e mi piace, mi gratifica consigliarli sul come migliorarsi, come tenere le spalle, come controllare la tavola e come chiudere un trick”,  insomma mi piace condividere questo mio “sapere”. Lo trovo utile per gli altri, per me, e sopratutto per lo skateboarding.
Nello stesso periodo, tra il 2000 e il 2001  Gianluca , il titolare dello skateshop Amante E Casella decise di creare uno spazio nel piano inferiore del negozio e ricavarci un piccolo skatepark indoor.
Proposi la mia idea di corsi per principianti a Gianluca al quale anche lui stava già pensando e insieme a Mattia Rossanino, dopo che Paolo Nelzi realizzò il minipark cominciammo con la nostra Skate School., un concetto che in Italia ancora nemmeno esisteva,  tranne forse qualcosa a Bologna.
Si chiamava The Soul e da quel covo facemmo uscire grandi personaggi…
Da Ivan Federico a Edo Maule, da Valeria Bertaccini a Jacopo Cervelli, molti della crew di Valdo fFsi da pischelli venivano al nostro indoor park The Soul e ai nostri eventi…
Non si chiamava ancora Torino Skateboar ma quello fu l’embrione che diede il via a tutto.
In realtà poi negli anni la parola Skate school un po’ mi andava stretta.. .cioè ok la definizione ormai per tutti è quella.
Però io ci tengo davvero con i miei kidz a non crescere solo “persone che vanno sullo skate”. La mia mission è quella di trasmettergli la cultura, la passione e mostrargli ogni giorno la bellezza dello skateboard.
Lo skateboarding ha salvato la mia vita e  la cosa che mi auguro di più per i miei ragazzi è che possa salvare anche la loro.
Anche senza essere il super mega pro della situazione, ma semplicemente imparare quanto di bello, di sano e di genuino c’è nello skateboarding.
Il mio è più un imprinting che semplicemente lezioni di skateboard.
Ai miei kidz ogni tanto mando i vecchi video che hanno influenzato me alla loro età. Gli faccio vedere Street On Fire, This Is Not, i video Powell… e tutte le colonne portanti degli skate video, e poi li interrogo! E mentre imparano i ragazzi imparano i loro genitori, ai quali sto trasmettendo tutto questo e anche loro stanno imparando nuove cose di un mondo che gli piace e nel quale si identificano. Grazie alla passione dei figli molti hanno anche trovato nuovi amici, belle persone con le quale organizzare feste a sorpresa o semplicemente chiacchierare e passare il tempo durante le ore di skate del loro figlio/a.
Vi racconto questa: Sabato scorso 29 maggio era il mio compleanno… (da programma di inizio stagione ci sarebbe dovuto essere il contest del Kids Series 2020 ma è appunto saltato per il lockdown), cosi Sabato 29 era per noi una classica session/lezione.
Premetto che da ormai un anno con Ivan Federico stavamo cercando di organizzare una giornata in cui lui sarebbe venuto ad una delle nostre lezioni come special guest, ma era una sorpresa che volevo fare a tutti i miei kidz, e fra i mille impegni di Ivan e il Covid non siamo mai riusciti ad organizzarla..
Sabato scorso mentre io ignaro di tutto mi concentravo sulla nostra lezione e sui miei ragazzi mi è arrivato Ivan Federico alle spalle facendomi una grandissima sorpresa contattato dai miei kidz a mia insaputa,  e con torte, pizze e pasticcini abbiamo festeggiato e skateato tutti insieme. È stato fantastico!

Marco Mina con allievo

Lo skateboarding non è solo sport!

Quando hai capito che potevi fare dello skateboarding e delle lezioni di skate un lavoro full time?
Nei primi anni il nostro progetto torinese di Skate School si fermava a qualche pomeriggio settimanale e di conseguenza non avrei mai potuto vivere di skateboarding così.
Infatti come tutti mi sono ritrovato a fare i classici lavori di recupero… cameriere, call center, magazziniere etc etc…
Tutte attività il mio spirito da skater sopportava molto poco e alla fine del mese mi accorgevo che era comunque una battaglia riuscire a coprire le spese fisse di vita.
Così mi son detto che se dovevo comunque fare sacrifici conomici, tanto valeva fare la vita che più mi piaceva, puntare sulla qualità del tempo e non sulle possibilità economiche.
E quando è arrivata la possibilità di dare un contributo con la Federazione a far crescere lo skateboarding italiano ho deciso di investire tutto me stesso, le mie risorse e il mio tempo dedicandomi completamente a Torino Skateboard.

In quanti lavorate con la skate school? Quanti allievi hai?
Nel direttivo c’è mio fratello Maury Mina che ha un suo lavoro fuori dallo skateboard e dona il suo contributo all’associazione nel tempo libero e durante i nostri eventi…
C’è Gio Nichilo, altro grande skater e compagno da una vita (skateiamo insieme da 30 anni), anche lui ha un lavoro fuori dallo skateboard e mi aiuta nel suo tempo libero e infine c’è Sara, la mia compagna che si occupa sopratutto del lato burocratico.
A darmi una mano invece sul pratico ultimamente c’è Giovanna Rinaudo che si occupa del team femminile, e sopratutto tutti i genitori dei miei associati e gli amici.
Il team degli skaters più affezionati è composto da circa una dozzina, poi ci soni quelli che vanno  e vengono…

Vi occupate di camp estivi o altre attività come l’insegnamento dello skate nelle scuole?
Beh in realtà ultimamente Torino Skateboard si è ritrovata a doversi concentrare sopratutto sul lato agonistico… o se vogliamo dirla più semplicemente sui piccoli skaters più forti!
Perchè in poco tempo dalla nascita ufficiale di Torino Skateboard sono passato da lezioni dove insegnavo a spingersi su uno skateboard e a sviluppare il primo equilibrio a bambini che non avevano manco lo skateboard proprio, a un gruppo di piccoli skaters tra i 6 e i 14 anni già molto promettenti!
E’ stata per me una grande fortuna questa… non so come sia potuto capitare ma a un certo punto mi sono ritrovato con alcuni dei  migliori skaters piemontesi under 14 da una stagione all’altra.
Sarà stato grazie al fatto che le persone dell’ambiente sapevano che ero uno skater che aveva esperienza, o sarà stato il fatto che le persone sapevano che da me all’età di 7 anni era cresciuto Ivan Federico e lo avevo accompagnato nei suoi primi anni di skateboarding così come Valeria Bertaccini e gli altri… e così mi ritrovai un team di giovani al quale bisognava solo affinargli la tecnica, indirizzarli a chiudere nuovi tricks e cogliere cosa era nelle corde di ognuno di loro.

Tutto questo ci ha portato a “trascurare” un po’ il lato di collaborazioni con realtà diverse dallo skateboard o a portare lo skateboard nelle scuole, fortunatamente ci sono altre asd che si occupano di questo lato della promozione dello skateboarding sul territorio.

marco mina lesson

Marco spiega l’esecuzione di un trick ai suoi kids

Avete uno skatepark di riferimento come sede delle vostre lezioni?
No, purtroppo per ora non abbiamo una vera e propria sede… non abbiamo un park indoor e non abbiamo in gestione alcun park dal Comune. Noi ci siamo proposti, ma stiamo aspettando delle risposte.
Svolgiamo le nostre attività sui vari skatepark comunali che abbiamo. Prevalentemente prima dell’emergenza Covid eravamo tutti i sabati mattina nell’ultimo skatepark nato nella città denominato Marmolada per la nostra classica session/lezione.
Ma ultimamente (già da prima del lockdown) quel park ha uno dei problemi che purtroppo moltissimi skatepark hanno, che è quello dell’utilizzo promiscuo nello stesso tempo della struttura. Molte persone all’interno dello skatepark sono bambine con la bicicletta di Barbie, e bimbi con il monopattino di plastica, o peggio ancora anziani col passeggino che non sono consapevoli del luogo in cui si trovano e chiaramente così si vanno a creare situazioni di reale pericolo per gli skaters ma anche per questi utenti ignari.
Quello è un impianto sportivo a tutti gli effetti, e di solito su un campo da tennis o un circuito di formula 1 non si passeggia.
Stiamo cercando di aprire un dialogo con il Comune per questa pessima condizione nella quale i nostri atleti sono obbligati ad allenarsi.
Molti dei miei kidz, e gli skaters che frequentano la struttura hanno già purtroppo avuto la sfortuna di scontrarsi con qualcuno di questi avendone la peggio ed è diventata una situazione ormai insostenibile.
L’idea del Comune è che quel posto deve rimanere di utilizzo promiscuo e non solo esclusivamente per lo skateboard, e noi stiamo proponendo al Comune di poterlo almeno contingentare per orari e giornate.
In alcuni orari e giorni le bmx, in altri lo skate, in altri i pattini e così via…
Quindi finché questa situazione non verrà sistemata, dalla ripartenza dopo il lockdown abbiamo deciso anche per poter rispettare al meglio le linee guida indicate dalla FISR sulle misure anti covid di svolgere prevalentemente le nostre lezioni al Belze skatepark. Uno skatepark a mo’ di concrete bowl un pò trascurato dagli skaters torinesi ma al quale io sono particolarmente affezionato perché collaborai con il Comune alla sua realizzazione.
Così insieme ai genitori del team abbiamo deciso di impegnarci e dargli una sistemata,  un po’ di manutenzione per continuare a tenerlo vivo in quanto primo skatepark in cemento vero e proprio della città e quindi avrebbe per noi anche un suo valore storico.

Inoltre nei giorni settimanali giriamo i vari park di Torino e cintura e saltuariamente facciamo qualche trasferta negli skatepark delle altre regioni ma questo  prevalentemente quando ci sono eventi. Torino soffre di due stagioni molto fredde e umide e per non dover andare in letargo 5 mesi all’anno Torino Skateboard sta lavorando per avere la propria sede indoor con skatepark… ci sono già progetti in cantiere… speriamo presto di avere buone novità in merito.

I kids di Torino Skateboard in trasferta alle Kids Series Finals

I kids di Torino Skateboard in trasferta alle Kids Series Finals

Organizzate anche eventi?

Organizziamo per lo più gli eventi Federali. Abbiamo fatto la tappa Piemontese della Sate Kids Series del 2019, ed eravamo pronti a ripetere l’evento quest’anno, si sarebbe dovuta tenere proprio questo 29 maggio, ma anche qui… a causa del Covid sappiamo come è andata. Anche per gli eventi abbiamo quindi sempre un occhio di riguardo per le nuove generazioni.

Torniamo al progetto della Nazionale under 14, raccontaci di cosa si tratta.
Come dicevo prima in realtà non so ancora nemmeno io molto bene quando il progetto potrà partire a causa di questo stop forzato per tutti. Ma l’idea è quella di formare un Team under 14 o 15 non ricordo bene, a tutti gli effetti ” trattati” come dei veri e propri atleti Olimpionici, con tanto di trasferte nei migliori skatepark europei per gli allenamenti , con la possibilità di iscriverli e accompagnarli ai più importanti contest di livello internazionale dedicati ai più giovani e quindi di educarli già da subito ad un’eventuale carriera agonistica e professionale, tutto questo grazie alla FISR.
Hanno affidato a me il compito di fargli da ” Commissario Tecnico”, lo dico fra le virgolette perché in realtà il mio ruolo sarà un po’ come quello di Danny Galli per il team attuale olimpico.
Una sorta di team manager/ coach/ mentore e fratello maggiore.
Sono molto onorato di aver ricevuto questo incarico… sarà una bella sfida.
Per niente facile certo, ma credo che per questi giovani skaters sia una grandissima opportunità per fare della loro passione, forse un giorno, il loro lavoro. Cosa che purtroppo ai miei tempi era molto più difficile e improbabile che accadesse.

Cosa ne pensi dello skateboard alle Olimpiadi? Sta influenzando l’interesse delle famiglie e la partecipazione dei più giovani?
Certo il fatto che lo skateboard sia esploso cosi tanto negli ultimi anni ha aiutato la realtà delle skate school, ma così come un po’ tutto il mercato dello skateboard.
Quando avevo 20 anni io, era impensabile vedere le skate shoes nelle vetrine dei centri commerciali o le  t shirt Thrasher nei negozi del centro storico, quindi sicuramente questo mainstream ha giovato all’intero mercato.
Quest’anno avremmo avuto finalmente questa ulteriore esplosione grazie al debutto alle Olimpiadi ma purtroppo dobbiamo aspettare un’altro anno per far capire al mondo quanto è figo lo skateboarding e qual’è il suo reale potenziale.

I kids di Torino Skateboard

I kids di Torino Skateboard

Come sta andando con la ripresa delle attività dopo il lockdown? È complicato con tutte le varie linee guida da seguire?
No, affatto. Le poche lezioni che facciamo di primo livello, quindi quelle che hanno più bisogno di assistenza da parte degli istruttori, abbiamo preferito interromperle. Sono appena uscite le nuove linee guida dove c’è qualche cambiamento a riguardo e si specifica che nei casi dove l’assistenza sia necessaria con le dovute precauzioni si possono fare, ma noi per il momento preferiamo riacquisire il buon feeling che abbiamo nel team e riprendere la forma fisica di tutti attendendo che la situazione Covid migliori.
Non appena tutto tornerà alla normalità o quasi, anche noi riprenderemo con tutte le nostre attività a regime.
Avendo un team di ragazzini ormai già autonomi il distanziamento è più che attuabile. Belze skatepark poi si presta benisssimo anche in questo. In queste condizioni possiamo benissimo rispettare le regole, aiuta anche il fatto di essere solo fra noi proprio perché il park è poco frequentato, cosi ognuno di noi, sia istruttori che kidz e genitori, avendo letto le linee guida dettate dalla Federazione può  serenamente svolgere la sua attività.
Belze è una bowl, quindi ho disegnato dei quadrati intorno al coping a terra col gessetto distanti ognuno circa 3 metri e assegnato a ognuno dei kidz un quadrato dove attendere il proprio turno.
Essendo una bowl la si skatea uno alla volta per forza di cose, e i turni di drop vengono regolamentati seguendo un senso orario.
Ognuno deve attendere che chi sta skateando nella bowl abbia terminato la sua line e liberato completamente l’area prima di poter partire/droppare.
Siamo abbastanza organizzati e le famiglie che circondano Torino Skateboard sono tutte composte da persone molto civili e rispettose anche su questo , e ancora una volta sono stato fortunato.
E infatti non smetterò mai di ringraziarli per il supporto, e per quanto credono in me e nel mio progetto di Torino Skateboard.

Ok è tutto, prima di lasciarci lasciaci i tuoi contatti per chi volesse fare lezione a Torino.
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